Crisi di Governo. Al via le consultazioni, nel mentre la Direzione PD

Consultazioni veloci già oggi pomeriggio il capo dello Stato Sergio Mattarella comincerà i colloqui. Nella giornata di domani il ricevimento delle forze politiche.
In mattinata, parallelamente, la Direzione PD.
Spunta l’ipotesi Fico.
Zingaretti resta sulla sua linea: “O governo forte o voto”. Nicola Zingaretti: “Tutto quanto detto sul ministro Salvini dal presidente Conte non può che essere condiviso. Ma attenzione anche ai rischi di autoassoluzione“. A Nicola Zingaretti non è bastato il duro discorso di Giuseppe Conte contro Matteo Salvini nell’Aula del Senato. E, pochi minuti dopo il suo intervento in Senato, ha diffuso una nota molto critica sul governo gialloverde e il suo leader, tanto da sembrare voler chiudere all’ipotesi di sostegno a un Conte-bis. “In questi 15 mesi”, ha attaccato. “Conte è stato il presidente del Consiglio, anche del ministro Salvini, e se tante cose denunciate sono vere perché ha atteso la sfiducia per denunciarle?”. E non solo, Zingaretti ha chiuso ricordando quelli che secondo lui sono i fallimenti dell’esecutivo Lega-M5s: “All’elenco delle cose fatte non può non seguire l’elenco dei disastri prodotti in economia, sul lavoro, sulla crescita, sullo sviluppo. Questo è il vero motivo del pantano nel quale l’Italia è finita. Per questo qualsiasi nuova fase politica non può non partire dal riconoscimento di questi limiti strutturali di quanto avvenuto in questi mesi”. Ovvero, il messaggio chiaro che Zingaretti voleva mandare, prima di parlare di qualsiasi altra cosa e prima che Matteo Renzi facesse il suo intervento, è che il Pd prende le distanze da quanto ha fatto il governo gialloverde e, ancora per qualche ora, difende il suo ruolo di forza d’opposizione.
Renzi vuole evitare le elezioni e pertanto cerca di non strappare. Matteo Renzi in vista della Direzione PD: Mi pare che il Pd abbia una posizione molto chiara sul governo di legislatura. Credo che Zingaretti riceverà un mandato forte“. Torna a parlare Matteo Renzi, a poche ore prima della direzione del Partito Democratico e all’indomani del suo intervento in Senato. L’assise delle ore 11 al Nazareno sancirà la linea dem da portare avanti al cospetto di Sergio Mattarella in occasione delle consultazioni, che inizieranno oggi alle 16 ma che vedranno i capigruppo Pd di Senato e Camera presentarsi al Colle domani alle 11. Una linea anticipata già ieri dal segretario, che ha lasciato intendere il suo no a un Conte-bis “a meno di una forte autocritica”, passaggio che dovrà avvenire anche dal M5s, e che comunque prevede “o un governo di legislatura su un programma chiaro” per “rimediare ai disastri di questi 15 mesi”, oppure il ricorso immediato alle urne.
L’ex premier è stato il primo nel centrosinistra ad aprire ad un’ipotesi di “governo istituzionale“, un Esecutivo che nelle sue intenzioni dovrebbe durare il tempo necessario per portare a termine la manovra economica, avviare alcune riforme e scongiurare l’aumento dell’Iva. Ma, come ribadito in un’intervista a Radio Anch’io, su Radio 1, si è dovuto subito scontrare con la linea del segretario, Nicola Zingaretti, affermata con forza dopo il discorso di Giuseppe Conte ieri in Senato. “Mi pare che Zingaretti abbia detto una cosa molto chiara – ha ribadito Renzi – Ha detto: io ci sto se c’è un governo solido, forte, di ampio respiro”. Altrimenti si va al voto.
Mi pare che il Pd abbia una posizione molto chiara sul governo di legislatura. Credo che Zingaretti riceverà un mandato forte“. Torna a parlare Matteo Renzi, a poche ore prima della direzione del Partito Democratico e all’indomani del suo intervento in Senato. L’assise delle ore 11 al Nazareno sancirà la linea dem da portare avanti al cospetto di Sergio Mattarella in occasione delle consultazioni, che inizieranno oggi alle 16 ma che vedranno i capigruppo Pd di Senato e Camera presentarsi al Colle domani alle 11. Una linea anticipata già ieri dal segretario, che ha lasciato intendere il suo no a un Conte-bis “a meno di una forte autocritica”, passaggio che dovrà avvenire anche dal M5s, e che comunque prevede “o un governo di legislatura su un programma chiaro” per “rimediare ai disastri di questi 15 mesi”, oppure il ricorso immediato alle urne.

Sul corriere della Sera spunta l’ipotesi Fico:
E c’è chi confida in un mandato esplorativo al presidente della Camera per verificare se esiste la possibilità di una maggioranza
Il nome del presidente della Camera è il jolly che appare al momento come unica, possibile, mediazione per tamponare l’emergenza. L’idea matura, secondo le ricostruzioni che vengono fatte, dai contatti che vengono istruiti da Dario Franceschini e Vincenzo Spadafora. Il succo del ragionamento, sintetizzato da un esponente di primo piano del Pd che conosce i dettagli della trattativa, è il seguente: «Abbiamo bisogno di tempo per dipanare la matassa ma al Quirinale, di tempo, sembra non essercene molto. Per noi e i Cinquestelle sarà meglio presentarsi dal capo dello Stato con una linea, se non proprio identica, non troppo dissimile».
Fico, appunto, potrebbe essere il nome giusto a cui affidare un mandato esplorativo per verificare, col passare dei giorni, se un governo Pd-M5S può veramente nascere. La politica, come diceva nei corridoi del Senato una vecchia volpe del Palazzo come Pier Ferdinando Casini, «ha bisogno dei suoi tempi, poi a un certo punto la soluzione arriva da sola». Tra l’altro, lo stato dei contatti tra le due forze politiche è talmente avanzato che — coperto dalla posizione ufficiale del Pd che sarà confermata nella direzione di oggi, «governo di legislatura o voto subito» — anche Nicola Zingaretti ha iniziato a muovere qualche pedina in prima persona.
Il segretario del Pd è stato contattato da Luigi Di Maio. «Possiamo fidarci di Renzi per un accordo di legislatura?», è stata la domanda a bruciapelo del capo politico dei Cinquestelle. Alla prudenza del pari grado del Pd, il vicepremier uscente ha replicato portando avanti, fino all’ultimo momento utile, il tentativo impossibile di resuscitare il patto con la Lega. Impresa poi naufragata, sul nascere, già dai primi minuti del discorso di Conte. Già, Conte. All’interno del Movimento, c’è chi lo considera l’asso che verrà calato al temine dell’eventuale mandato esplorativo, sempre se ci sarà. Il premier uscente avrebbe avuto contatti anche con Zingaretti, nella giornata di ieri. Oggetto del confronto a distanza, l’affidabilità di Matteo Renzi. L’ennesima incognita di una crisi senza fine.

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