L’Italia del Grande Cinema

Sempre più viali, piazze, vicoli, parchi e scuole intitolati a registi, attori e film. Totò in testa, ma anche Fellini, Magnani, Pasolini. L’Huffington post, con un articolo di Michele Bovi, ripercorre tutti i nomi delle vie dedicati al mondo del cinema e dello spettacolo e sceglie, tra le foto a corredo dell’articolo, proprio la targa di Piazza Marcello Mastroianni ubicata nel nostro comune, dedicata al nostro concittadino più famoso e sita nella piazza a lui dedicata (ex Piazza Municipio).

Questo l’articolo completo:
Tra 10 anni in giro per le strade d’Italia ci saranno più Federico Fellini che Raffaele Cadorna, ovvero più cineasti che militari, a conferma che in questo Paese di santi, poeti e navigatori anche gli attori e soprattutto i registi godono di fama imperitura. L’odonomastica, ovvero il complesso dei nomi delle strade, si rivela infatti sempre più orientata ad annoverare protagonisti della cinematografia piuttosto che pontefici, letterati e condottieri.

Risale al 2017 la raccolta pubblica di firme per cambiare nome al piazzale su cui si affaccia la stazione di Napoli: da Piazza Giuseppe Garibaldi a Piazza Antonio De Curtis in arte Totò, con inclusa la sostituzione del monumento centrale, la statua del Principe della risata al posto di quella dell’Eroe dei due mondi. Il sindaco Luigi De Magistris arginò l’imbarazzante petizione inaugurando un anno dopo Largo Totò alla Sanità, nel cuore del rione in cui il grande artista era nato.

È proprio Totò l’attore più ricordato nelle aree pubbliche italiane: a lui sono intitolate vie in 10 comuni della sola provincia di Napoli e altre 52 nel resto della penisola. Non solo strade: c’è una Piazza Totò a Cuneo, a Frosinone, a Taranto, a Battipaglia e Bellizzi entrambe in provincia di Salerno, a Cattolica di Rimini, a Nova Siri di Matera, a Monghidoro di Bologna, a Modugno di Bari, a Roccabascerana di Avellino e a Venafro d’Isernia; in Romagna ci sono una Rotonda Totò a Cesena e una Rotonda Totò a Cervia (Ravenna); poi c’è un Largo Totò a Roccasecca (Frosinone) e c’è una Scalinata Principe Antonio De Curtis Totò a Porto Azzurro sull’Isola d’Elba. Più 2 parchi, uno a Bagnoli (Napoli,) l’altro a Formia (Latina) e un Giardino Totò a Grottaminarda di Avellino. Anche scuole di ogni grado portano il suo nome: da quella dell’infanzia di Sammichele di Bari, alla primaria di Roma e di Ercolano, alla secondaria di Roma e di Casavatore di Napoli, fino all’Istituto comprensivo statale Antonio De Curtis di Aversa, in provincia di Caserta.

È l’Emilia-Romagna la regione più costellata di strade rivolte a campioni della celluloide, ma pure Puglia, Lazio, Toscana, Sicilia, Campania e Calabria primeggiano nell’intitolare aree pubbliche a divi e cineasti. Dopo Totò tra le stelle del grande schermo il secondo nome più ricordato è quello di Anna Magnani, con 45 targhe municipali dedicate: 39 vie a cui si aggiungono una piazza a Ravenna e una a Cesena, un largo a Roma, una viella a Caserta e un vicolo a Occhiobello di Rovigo. A Roma c’è anche la Scuola primaria Anna Magnani.

Non basta una delibera del Comune per intitolare un’area pubblica: il nulla osta spetta alla prefettura in intesa con l’apposito ufficio Deputazione storia patria. Che non di rado boccia le decisioni comunali, quasi sempre a causa del mancato rispetto della regola di base: il personaggio deve essere scomparso da almeno 10 anni. All’attore e cantautore Franco Califano ad esempio è accaduto due volte di perdere l’area. La prima a Borbona, in provincia di Rieti. Era il 1976 e quella Piazza Franco Califano non sembrò piacergli: “Ahò, mica so’ morto!”, sbottò il Califfo con un gestaccio di scongiuro, ma poi sorprese tutti presenziando all’inaugurazione. Una dedica che resistette una ventina d’anni prima di diventare Piazza San Venceslao. Un’altra Piazza Franco Califano fu inaugurata dal sindaco ad Ardea, in provincia di Roma, nel 2015, a soli 3 anni dalla sua scomparsa. Troppo pochi per la prefettura che ne ordinò dopo 30 giorni la cancellazione. Ancora oggi in quella piazza anonima spicca una targa vuota.

È andata meglio a San Giorgio a Cremano, il comune napoletano che ha dato i natali a Massimo Troisi. Nel 1998, quattro anni dopo la scomparsa dell’attore, il sindaco Aldo Vella inaugurò Piazza Massimo Troisi. Accanto al primo cittadino c’era l’allora ministro dell’Interno Giorgio Napolitano. Prima dell’intervento del titolare del Viminale, al quale fanno capo le prefetture italiane, la piazza era intitolata a Giuseppe Garibaldi. Oltre a San Giorgio a Cremano Massimo Troisi è ricordato in altre 39 vie del nostro paese: Napoli gli ha dedicato un parco e una scalinata, c’è una piazza con il suo nome anche a Baronissi di Salerno e un giardino a Tortoreto di Teramo. Nell’area metropolitana di Napoli sono attive 3 scuole di vario grado intestate a lui.

Dopo Totò, Anna Magnani e Massimo Troisi, in graduatoria c’è Alberto Sordi con 18 vie, più un viale a Lecce, un lungomare a Rosignano Marittimo di Livorno, la splendida Galleria Alberto Sordi nel centro di Roma, un giardino a Tortoreto di Teramo e due scuole a Roma, elementare e media. Segue Aldo Fabrizi con 14 vie, più un largo a Fiumicino, un vicolo a Caserta e una scuola primaria a Roma.
Vittorio Gassman è ricordato in 13 vie italiane; inoltre nella capitale sono intitolati a lui un largo, un lungotevere e un liceo statale. A Torvaianica di Pomezia, dove viveva e cucinava per battaglioni di colleghi attori buongustai, c’è oggi il Lungomare Ugo Tognazzi; a lui sono dedicate in giro per la penisola altre 12 vie e un parco nella natia Cremona. A quota 14, alla pari con Tognazzi, c’è Giulietta Masina ricordata in 11 vie, una piazza a Roma, un largo a Grosseto e un giardino a Bologna. A Marcello Mastroianni è dedicata la piazza centrale di Fontana Liri, in provincia di Frosinone, dove l’attore nacque, e portano il suo nome altre 10 strade italiane. Nino Manfredi è a quota 6 vie, più un viale a Roma e un parco a Tortoreto, il comune teramano specializzato in aree verdi votate agli interpreti dei film. A Gian Maria Volonté sono intestate 4 vie, più un largo a Napoli, un piazzale a Torino, un giardino a Ravenna e la Scuola d’arte cinematografica di Roma.

Sono davvero tanti i divi del cinema a cui è stata dedicata un’area pubblica, da quelli del passato remoto come Rodolfo Valentino, ricordato nella sua Castellaneta di Taranto e nella vicina Lizzano, ma anche a Scampitella di Avellino e a Roma; o Clara Calamai che fu la prima attrice a mostrare il seno nudo in un film (La cena delle beffe, diretto da Alessandro Blasetti nel 1942) e ha dato il nome a un piazzale a Prato e a una strada a Savignano sul Rubicone, in provincia di Forlì-Cesena; fino a quelli scomparsi recentemente, in attesa che le rispettive prefetture concedano il nulla osta alle delibere dei Comuni. È il caso della mozione approvata dalla giunta di Virginia Raggi che già nel 2017, tre mesi dopo la morte dell’attore, decise che Roma deve avere un odonimo dedicato a Tomas Milian: “er Monnezza” era di origine cubana, ma questo non rappresenta un ostacolo, come dimostrano gli innumerevoli spazi dedicati a Napoleone o, restando in campo artistico, le 87 aree italiane intitolate a Wolfgang Amadeus Mozart e le 35 di Ludwig van Beethoven o, nello specifico cinematografico, la via destinata all’attrice jugoslava Sylva Koscina a Roma, quelle a Charlie Chaplin a Napoli e a San Biagio della Valle (Perugia) e le 3 Via Marilyn Monroe presenti tra Roma, Napoli e Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna.

Ancora meglio di attrici e attori vanno i registi. In testa c’è Pier Paolo Pasolini con 125 odonimi riferiti a 112 vie, un viale a Udine, piazze a Catania, Cesena, Sassuolo (Modena), Caorle (Venezia), Santa Croce sull’Arno (Pisa), Corciano (Perugia) e poi un parco a Roma, un largo a Tivoli, uno stradello a Parma, una terrazza a Cagliari, oltre all’Istituto tecnico statale Pier Paolo Pasolini di Milano e a due biblioteche comunali: a Cadoneghe di Padova e a Calcinaia di Pisa.
Segue Federico Fellini con 85 targhe: 70 vie, piazze a Frosinone, Telese di Benevento, Fiano Romano, Siziano di Pavia, un viale a Forlì, un largo a Montespertoli (Firenze), un parco a San Donà di Piave (Venezia) e un altro a Gambettola (Forlì-Cesena). A Roma sono intitolate a Fellini una scuola primaria e una secondaria. Poi c’è Rimini. Il nome del regista è dominante nella sua città: lo ricordano l’Aeroporto internazionale, una scuola elementare, un piazzale e un parco. E tutte le traverse che conducono al lungomare. Sono strade che un tempo erano intitolate soprattutto a compositori di musica classica dei quali i titoli dei film di Fellini hanno fatto strage. Così Via Charles Gounod è diventata Via Fellini Satyricon, Via Bedřich Smetana ora è Via Giulietta degli spiriti, Via Robert Schumann è Via I clowns, Via Georges Bizet si chiama Via 8 ½, Via Richard Wagner si è trasformata in Via Block-notes di un regista: in definitiva tutte le pellicole di Fellini sono rappresentate sulle insegne di aree pubbliche, da La dolce vita a Amarcord. E non solo a Rimini. L’idea è piaciuta anche in Basilicata, tanto che a Nova Siri di Matera hanno deciso di intitolare coi film di Fellini, da La strada a La voce della luna, le vie di un intero quartiere.

Dopo Pasolini e Fellini il regista più ricordato negli odonimi è Vittorio De Sica a quota 75, con 69 vie, 3 vicoli e 3 piazze: una a Frosinone, una a Narni (Terni) e la terza a Fontevivo di Perugia. Quarto regista nella classifica di odonomastica è Luchino Visconti, con 45 aree pubbliche compresi un largo a Roma, un largo a Cernobbio (Como), una piazza a Narni e una rotonda a Bologna.
Seguono Roberto Rossellini (27, con una piazza a Cesena e una scuola superiore a Roma), Pietro Germi (18, con un largo a Roma), Sergio Leone (16), Mario Soldati (8, con una piazza a Nuoro), Michelangelo Antonioni (5, con un largo nella sua Ferrara e l’Istituto cinematografico a Busto Arsizio di Varese) a pari merito con Alessandro Blasetti (5, con una piazza a Narni e un largo a Reggio Emilia), in coda c’è Alberto Lattuada con 2. Per Mario Monicelli, scomparso poco più di 10 anni fa, la giunta di Catanzaro ha già deliberato di intitolare una piazza nel proprio Lido.

Insomma un’Italia diffusamente consacrata alla cinematografia, con titoli di film sparsi in tutte le strade: c’è Via Ben Hur a Napoli e 4 spiritose Via col vento a Monterosi (Viterbo), Anzio (Roma), Soveria Mannelli (Catanzaro) e Lizzano (Taranto). La mappa della penisola rivela altre spassose curiosità, come quella di Cinecittà che non è soltanto uno stabilimento sulla via Tuscolana a Roma, ma anche un odonimo di Gioia del Colle (Bari): Piazza Cinecittà. O che nell’appassionante duello tra Peppone e Don Camillo ha infine avuto la meglio il sindaco comunista: 7 vie intitolate a Gino Cervi (a Roma, Bologna, Pineto di Teramo, Casalecchio di Reno, Castel Goffredo di Mantova, Belpasso di Catania e Motta San Giovanni di Reggio Calabria) contro soltanto 2 per il coriaceo parroco Fernandel, a Roma e Alessandria.

Nascono un po’ ovunque nuove zone completamente consacrate ai divi del cinema, come il quartiere Giardino di Roma: qui sono sorte Piazza Stanlio ed Ollio e Piazza Charlot e sono citati anche attori altrimenti ingiustamente dimenticati: Via Francesca Bertini, Via Erminio Macario, Via Gianni Agus, Via Mario Carotenuto. Nel quartiere Giardino, in mezzo a tanto cinema, l’unico pesce fuor d’acqua sta nello spazio verde: l’hanno chiamato Parco Lucio Battisti.

mastroianni

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