Totò e Carolina

“Totò e Carolina” di Mario Monicelli, girato nel 1953,uscì nelle sale solo nel 1955.
E’ uno dei film più censurati della storia del cinema italiano , nella versione che venne poi distribuita pare che fossero avvenuti 31 tagli e 23 battute modificate . Girato tra settembre del ’53 e gennaio del ’54 una volta montato venne presentato alla commissione di censura , pare che proprio il ministro degli Interni, Mario Scelba, si sentì scosso da tale pellicola .La commissione censoria ravvisa nel film oltraggio al pudore , alla morale , alla religione , alle forze armate e chiede decine di tagli . Non era ammissibile che un poliziotto decidesse di avanzare di grado solo per poter avere più soldi alla fine del mese , o che viva in una casupola ; non era concepibile che i comunisti fossero dei bonaccioni e i preti troppo concilianti ; che i primi cantino bandiera Rossa e aiutino il poliziotto a spingere la camionetta in avaria ; non era ammissibile che un poliziotto giocasse al lotto : queste solo alcune delle “inammissibilita ” decretate dalla commissione censoria che chiedeva altrettanti tagli. Bocciato sei volte dalla Commissione Censura, sempre con medesime motivazioni: “offensivo della morale, del buon costume, della pubblica decenza, nonché del decoro e prestigio delle forze di Polizia”. Dopo la sesta bocciatura il film iniziò a diventare un caso sulla stampa che si chiedeva il perché di tanto accanimento. Esasperato, Monicelli effettuò altri tagli, eliminando tutti i riferimenti al comunismo presenti nella pellicola (la modifica più celebre è relativa al canto degli operai sul camion che intralcia il passaggio della Fiat Campagnola di Totò e Carolina, che, grazie a un secondo doppiaggio, passò da Bandiera rossa al più moderato Inno dei lavoratori, e poi infine al patriottico Di qua e di là dal Piave).Ma nemmeno questo bastò e il film fu respinto ancora dalla censura. Furono imposti altri numerosi tagli e anche una scritta sulla sigla iniziale “Il personaggio interpretato da Totò in questo film appartiene al mondo della pura fantasia.Il fatto stesso che la vicenda sia vissuta da Totò, trasporta il tutto in un mondo e su un piano particolare. Gli eventuali riflessi nella realtà non hanno riferimenti precisi, e sono sempre riscattati da quel clima dell’irreale che non intacca minimamente la riconoscenza e il rispetto che ogni cittadino deve alle forze di Polizia.». Totò in una intervista successiva commento’ questa situazione di ripetuta censura in questo modo :«Se a un comico tolgono la possibilità di fare la satira che gli resta? Al film migliore che ho interpretato, Totò e Carolina, hanno fatto 82 tagli… Hanno persino voluto la soppressione del nome del mio personaggio che si presentava dicendo: “Caccavallo, agente dell’Urbe”. Ancora oggi Totò e Carolina è considerato il film simbolo della censura degli anni 50.

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