Vladimir Putin è pronto a far intervenire l’esercito in Crimea. O meglio, fa sapere al mondo di essere pronto, ha chiesto e ottenuto il nulla osta del Parlamento, ma «per ora non ha deciso». Intanto stamane, circa 12 mezzi militari russi, con a bordo soldati e mitragliatrici, si trovano sulla strada che da Sebastopoli porta a Sinferopoli. Un’occupazione di fatto che, secondo il segretario di Stato americano, John Kerry, potrebbe far rischiare alla Russia il suo posto all’interno del G8. I soldati russi in Crimea – secondo il governo di Kiev – sono già 15 mila e si muovo sul territorio senza resistenze. Prendendo il controllo dei luoghi strategici. E sequestrando le armi, come accaduto in una base radar e in un’accademia della Marina militare ucraina. I giornalisti di Associated Press che si trovano nella zona riferiscono che il convoglio militare – che conta centinaia di soldati – è diretto verso la capitale della Crimea. Insieme ai mezzi corazzati ci sono anche due ambulanze. La diplomazia occidentale è al lavoro. Il segretario di Stato americano, John Kerry, ha avvertito la Russia che se non ferma l’escalation militare contro l’Ucraina ci saranno gravi ripercussioni: «Se Mosca non assume passi concreti e immediate per invertire questa escalation di tensione, gli effetti sulle relazioni Usa-Russia e sullo status internazionale della Russia saranno profonde». Lunedì l’Ue riunisce d’urgenza i suoi ministri degli Esteri per decidere il da farsi. La crisi si sta tra l’altra estendendo all’Est dell’ Ucraina e anche questo è fonte di crescente allarme. I senatori hanno anche invocato il richiamo da Washington dell’ambasciatore russo: anche su questo Putin prende tempo.