Cannabis terapeutica, ok implicito del governo

Il governo Renzi ha dato il via libera all’uso della cannabis a scopo terapeutico. Il Consiglio dei ministri ha deciso di non impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale la legge regionale abruzzese “n. 4 Del 04 gennaio 2014, che disciplina le “modalità di erogazione dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche”. La norma prevede che i “medicinali cannabinoidi possono essere prescritti, con oneri a carico del Sistema sanitario regionale, da medici specialisti del Ssr e da medici di medicina generale del Ssr, sulla base di un piano terapeutico redatto dal medico specialista”. Si tratta di un importante segnale lanciato dal governo. Perché se a livello nazionale la legge riconosce la legalità della cannabis per uso terapeutico, i precedenti esecutivi di centrodestra, fino a quello tecnico a guida Monti, avevano sempre impugnato le leggi regionali che avrebbero voluto regolamentare quel principio. La legge abruzzese, in particolare, è arrivata dopo quelle varate in altre regioni: prima la Toscana, poi la Liguria (legge impugnata dal governo Monti), le Marche (2013), ma solo “in assenza di valide alternative terapeutiche”, il Friuli Venezia Giulia (2013), la Puglia e il Veneto (anche in questo caso il governo Monti ha impugnato la normativa). La scelta dell’esecutivo segue, tra l’altro, la presentazione, lo scorso gennaio, da parte del senatore del Partito democratico Luigi Manconi di un disegno di legge che vorrebbe introdurre la possibilità dell’uso curativo della canapa e maggiori aperture per l’accesso ai farmaci che già la contengono. Provvedimento che mira anche a ridurre i divieti per la coltivazione, estendendola ai privati. Tra i sottoscrittori anche l nostra Senatrice Maria Spilabotte che in merito ha dichiarato: “L’esperienza scientifica ha mostrato che l’uso terapeutico della cannabis ha notevole efficacia su alcune patologie e sul dolore cronico. Qui sembra una proposta rivoluzionaria eppure i farmaci con cannabis si usano comunemente in Austria, Germania, Repubblica Ceca, Spagna, Regno unito, Stati uniti, Israele e in molti stati africani. Tutte nazioni dove l’uso della cannabis come stupefacente è proibito, ma dove, tuttavia, l’uso della stessa come farmaco è possibile e regolato da prescrizioni mediche.  Gli effetti collaterali sono minimi, e comunque non è riportata alcuna tossicità d’organo. Alcune regioni, all’avanguardia, come ad esempio la Toscana, hanno già avviato una fase sperimentale legalizzando l’uso terapeutico della cannabis, in particolare come terapia contro il dolore. Questo pone anche un altro problema: il Parlamento non può assistere ad un panorama così disomogeneo, con cittadini di serie A e di serie B, che possono usufruire o meno di farmaci potenzialmente utili per il dolore, a seconda della regione di appartenenza. Si tratta di una discriminazione eticamente inaccettabile, specie se si considera una legislazione nazionale molto garantista nei confronti dei cittadini affetti da dolore cronico”.

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