Dimmi chi erano gli Squallor?

squallorGli Squallor. Ma chi sono? A tanti questo nome ricorda una musica che oggi non c’è più, ad altri non dirà nulla, ai perbenisti, magari con la puzza sotto il naso, ricorderà solo un gruppo di volgarotti che negli anni settanta ha osato mettere in musica il trash. “O’ tiemp se ne và”. Una canzone giudicata volgara così come le tante melodie prodotte dagli Squallor. Eppure una canzone molto conosciuta e cantata. Gli Squallor, uno dei fenomeni curiosi musicali italiani: famosi senza mai fare un concerto e senza mai essere pubblicizzati in radio ed in tv. Dal sito Squallor.com si legge: “Un gruppo anomalo che pur non essendo mai apparso in pubblico e avendo subito la ciclica censura delle radio, pubblicò trentacinque album, ispirò due film e, fondendo satira allo stato puro e turpiloquio senza freni, segnò il costume dell’epoca dipingendo indelebili quadri di assoluto non-sense”. Daniele Pece, Gaetano Savio, Giancarlo Bigazzi, Alfredo Cerruti e, solo inizialmente, Elio Gariboldi, sono gli Squallor. Un gruppo fantasma nato pubblicando un 45 giri “38 luglio/Raccontala giusta”: il successo ottenuto (i due brani vengono trasmessi spesso da Renzo Arbore e Gianni Boncompagni in Alto gradimento, collaboratori esterni al gruppo, così come Gigi Sabani) fa sì che il progetto abbia un seguito; in breve tempo gli Squallor diventano un gruppo di culto nella scena demenziale della musica leggera italiana. Sorprende come gli autori delle canzoni degli Squallor, tutte censurate da radio e tv, siano autori che hanno regalato anche canzoni romantiche molto conosciute. Daniele Pece (E la luna bussò, Nessuno mi può giudicare, La pioggia); Gaetano Savio, detto Totò (Cuore matto, Un gatto nel blu, Vent’anni, Erba di casa mia, Lady Barbara, M’innamorai, Miele, Perché ti amo, Maledetta primavera); Giancarlo Bigazzi (Rose rosse, Montagne verdi, Lisa dagli occhi blu, Si può dare di più, Gente di mare, Gli altri siamo noi, Self Control, Gli uomini non cambiano, Non amarmi, T’innamorerai). Per non parlare del produttore-autore-ideatore e primo attore, Alfredo Cerruti. Produttore anche di programmi di successo indiscutibili come “Indietro Tutta” e “Stasera mi butto”, la storica voce di “Indietro Tutta” che interrompeva la trasmissione con “Volante uno a volante due”, l’inconfondibile voce narrante degli Squallor, per lungo tempo legato sentimentalmente a Mina. Due i film che hanno ispirato gli Squallor: Arrapaho e Uccelli d’Italia. Il cui regista, Ciro Ippolito (conosciuto anche con lo pseudonimo di Sam Cromwell), pare abbia voluto replicare la comicità demenziale e grottesca dei Monty Python in Italia. Piero Chiambretti, nel suo programma “Chiambretti Night” ha dedicato una puntata agli Squallor, andata in onda il 7 aprile 2010. Alfredo Cerruti racconta al Fatto Quotidiano in una delle rarissime interviste concesse: “Io e miei compagni d’avventura eravamo organici al mondo della musica. Avevamo a che fare con i cantanti e i cantanti, non so se lo sa, sono degli scassacazzi senza eguali. Egotici, arroganti, autoreferenziali. Volevano questo e pretendevano quell’altro. Gente micidiale. Usciti dai nostri incontri quotidiani con le stelle della musica, eravamo neri come la notte. Allora pensammo di donarci un po’ di luce. Parodiammo il nostro universo e in quel modo ci salvammo l’anima. (…) Gli Squallor furono una reazione al nostro universo di riferimento. Dopo una riunione con I Pooh, riunirmi con gli amici e dissacrare rappresentava un’esigenza. (…). Che nell’Italia bigotta dell’epoca la libertà di espressione mancava come l’aria. In ambito musicale si temevano persino arie ingenue come “Far l’amore con te” di Gianni Nazzaro e in politica andava anche peggio”.
Scrive Antonio Lo Giudice: Inqualificabili nel senso etimologico del termine, gli Squallor sono un sotterraneo oggetto di culto trasversale tra appassionati di pop-rock e semplici buontemponi. Abilissimi autori e arrangiatori, hanno sacrificato potenziali hit al gusto della dissacrazione. Con testi che coniugavano nonsense, volgarità e un caustico sense of humor.

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