Le offese hanno una portata ancora più grave quando finiscono su Facebook. Lo ha ricordato recentemente la Cassazione nell’occuparsi di una vicenda di diffamazione aggravata ai danni dell’attuale presidente della Cri, Francesco Rocca, all’epoca dei fatti commissario straordinario della Croce Rosa Italiana. Nel dettaglio, la Quinta sezione penale ha evidenziato che “la diffusione di un messaggio diffamatorio attraverso l’uso della bacheca ‘Facebook’ integra un’ipotesi di diffamazione aggravata poichè la diffusione di un messaggio con le modalità consentite dall’utilizzo per questo di una bacheca Facebook, ha potenzialmente la capacità di raggiungere un numero indeterminato di persone”.