Festa della Madonna della Costa

madonnadellacostaLa Pro Loco di Fontana Liri  con il patricinio del Comune di Fontana Liri organizza la festa della Madonna della Costa.Dunque martedi dopo Pasquetta si rinnova la tradizione della Festa della Costa. Una festa religiosa a cui i fontanesi sono molto legati. Le sante messe saranno celebrate alle ore 9,00 ed alle ore 11,00. La Pro Loco organizza, in occasione dei festeggiamenti, la fiera delle limoncelle e mosciarelle e la sagra degli asparagi e carciofi. 

 

Con l’occasione, su suggerimento di Sergio Proia, pubblichiamo due omaggi letterari alla Madonna della Costa.

MADONNA DELLA COSTA
La Madonna della Costa
Conservo ancora
Il piacevole ricordo
d’una modesta sagra paesana
che si svolgeva
lungo i binari della ferrovia
il giorno che seguiva
il Lunedì dell’Angelo.
Dedicata a Sant’Anna,
la chiesetta
apriva i suoi battenti
ai contadini fedeli.
Nel timido tepore
della stagione in fiore
le ragazze sfoggiavano
variopinti vestiti
ancheggiando, malferme,
sui tacchi affusolati,
goffe e ammiccanti
sulla lunga banchina
lanciando amorosi richiami
sotto una pioggia d’oro
di lucenti lupini,
secondo un rituale sconosciuto.
La festa si consumava
nel breve volgere di un mattino
fra ceste in fila sopra il marciapiede
del ponte a strapiombo
e mercanzia modesta
come la gente in festa:
collane di castagne,
carrube odorose e sdolcinate,
cedri e limoni fragranti
e nell’aria i profumi invitanti
di primavera.
Io tengo stretto questo piccolo ricordo
e lo rivivo di tanto in tanto
per mantenere costante
il raffronto tra passato e presente
Enrico Lanza

La Madonna della Costa
La piccola cappella era tutta in pietra bianca, qua e là rattoppata da sbuffi di cemento, davanti aveva un porticato. Le colonne si allargavano verso l’alto in ampie arcate, chiaramente ispirate a muratori dal velleitario talento artistico, da quelle del ponte poco più in là. Innanzi all’ingresso un selciato di ciottoli levigati e lucidi, gibboso e accidentato, sembrava la schiena di un coccodrillo.
……….
Un unico ambiente accoglieva i fedeli: praticamente una stanzetta gonfia di preghiere e di suppliche, un altare misero e impaurito in frettolosa muratura, ingentilito da una poltiglia di cera viscida e fumosa, e untuosi vasi di marmellata con poche violette rinsecchite, un pavimento martoriato in cocci di terracotta, un’unica apertura su di un lato, senza vetri e una grata di ferro tutta arrugginita, oltre a una porta ingobbita dall’età, e quell’odore di calce e di muffa che, come la menta, sa di fresco al naso! …….
Noi ci venivamo spesso invece, specie il giorno dopo Pasquetta. C’era una piccola festa: Festa dei lupini la chiamavamo.
…….Li compravamo dai pochi ambulanti che venivano a venderli insieme alle ‘mosciarelle‘, (castagne secche cucite in lunghe collane), le ‘limoncelle’ (cedri), e poche altre cose del genere: un po’ li mangiavamo, quei lupini, ma la maggior parte, li lanciavamo dall’alto del ponte sulle ragazze che passeggiavano di sotto.
Liberamente tratto da “Amore in saldi” di Flavio Venditti.

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