Come evitare di essere bannati da Whatsapp

Da gqitalia.it

Alzi la mano chi ha letto i termini di servizio di Whatsapp prima di installare l’applicazione sul proprio smartphone. La volontà di utilizzare l’app di messaggistica e la mancanza di tempo (o voglia) per leggere tutte le centinaia di righe presenti all’interno del regolamento d’uso ci spingono nella stragrande maggioranza dei casi a dare un consenso veloce e poco informato. Eppure scaricare e utilizzare l’app di Menlo Park significa accettare tacitamente una serie di regole che tutelano diritti e doveri degli utenti, spesso ignari di cosa possono o non possono fare all’interno delle chat.

E se Telegram si è conquistata la fama di app dove tutto è permesso, negli ultimi tempi WhatsApp ha cercato di fare il percorso inverso provando a intensificare le restrizioni e aumentando a dismisura il numero di utenti bannati dall’app di proprietà di Facebook.

Così, tra un comma e l’altro del regolamento, è bene stare attenti a una serie di divieti e comportamenti illeciti che possono comportare anche il blocco dell’account per l’utente. Dall’età minima per l’iscrizione ai contenuti pornografici, dal diritto di autore all’utilizzo di parole “illegali” all’interno della descrizione dei gruppi: sono davvero tante le regole da tenere in considerazione per evitare problemi. In tanti, giornalmente, violano i termini di servizio dell’applicazione ma, complici la crittografia end-to-end – che non permette a WhatsApp di leggere o controllare i messaggi scambiati in chat – e la scarsa conoscenza dei regolamenti, praticamente tutti riescono a farla franca.

La vera discriminante è la segnalazione di un comportamento illecito al team di assistenza: nella stragrande maggioranza dei casi è necessario che sia un altro utente a denunciare a WhatsApp la violazione di una regola per far sì che sia rispettata. In questi casi, l’app è davvero veloce a muoversi: prende in carico il caso, esamina la questione e ti butta fuori dall’account nel giro di pochi giorni. E, per inciso, finché l’account sarà legato al numero di telefono, se vieni buttato fuori devi cambiare numero per poter rientrare nella cerchia di Whatsapp. Così, per evitare situazioni spiacevoli – compresa la possibilità di rimanere senza WhatsApp senza nemmeno sapere perché – abbiamo deciso di raccogliere le cause più comuni che potrebbero farti bannare dall’app.

Vietato ai minori di 16 anni
In seguito all’arrivo del GDPR, in Europa il tetto limite di età minima è stato alzato a 16 anni per adeguarsi alle regole imposte dal regolamento per la privacy. Chi volesse aprire un account ad un’età inferiore dovrà dimostrare di aver ricevuto il consenso al trattamento dei dati da parte dei genitori. Per questo motivo, se un genitore non volesse il figlio su Whatsapp e scoprisse che esiste un account registrato, potrà inviare una mail all’assistenza e se dimostrerà il legame tra l’utente e il figlio minorenne, l’app disattiverà immediatamente l’account, senza nemmeno inviare una conferma all’utente.

Invio di materiali per adulti o lesivo del copyright
Whatsapp scrive che è vietato «pubblicare, caricare o condividere contenuti illeciti, diffamatori, osceni, pornografici, indecenti, allusivi, impressionati, molesti, minacciosi, contrari alla privacy o ai diritti all’immagine, impropri, provocatori e fraudolenti». E ancora, l’app aggiunge anche che potrebbe bannarti per aver condiviso un documento tutelato dal diritto di autore «oppure che sia sgradevole a nostra esclusiva discrezione». Insomma, scambiarsi il libro scannerizzato per l’esame all’università o la foto osé in un gruppo è una chiara violazione dei termini che potrebbe farti buttare fuori.

Furto di identità
Vietato «utilizzare identità diverse dalla propria o effettuare la registrazione per conto di utenti o enti o dichiarare falsamente la propria affiliazione con utenti o enti», compreso tentare di usare l’account di un altro utente senza previa autorizzazione dell’interessato.

Inviare spam o utilizzare app illecite
Whatsapp ha lavorato sodo per cercare di mettere un freno al dilagare di pubblicità, spam e contenuti falsi all’interno della piattaforma. E per cercare di ostacolare al massimo l’invio di questo genere di messaggi fastidiosi, ha inserito un comma che consente all’app di bloccare l’account di chi usa Whatsapp per diffondere catene di Sant’Antonio o simili.

Lo stesso divieto vale se scarichi app di terze parti per aggiungere nuove funzionalità o aggirarne altre come ad esempio la spunta blu, gli orari di accesso e tanti ancora.

Condividere virus, file danneggiati o dannosi
Questo divieto è collegato a doppio filo con il precedente: se cerchi di violare la sicurezza dell’app o dei suoi utenti, sei fuori.

Se sei residente in un paese nemico degli USA o se utilizzi parole proibite
Al di fuori dell’Unione Europea bisogna stare attenti anche alla descrizione dei gruppi a cui facciamo parte: se ci sono parole collegate alla pedofilia o alla pornografia, il ban scatta in automatico per tutti gli iscritti a quel determinato gruppo.

Stesso discorso per chi risiede in paesi sottoposti ad embargo statunitense o dichiarati come “sostenitori del terrorismo” da parte degli Stati Uniti.

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