Post su facebook di Maria Strangolalalli.
Parlare di una malattia che il sistema sanitario ancora non riconosce, è assolutamente doveroso. La fibromialgia non uccide, ma rende il quotidiano molto pesante, a tratti insostenibile. Il dolore cronico, migrante, sempre inedito e imprevedibile nella frequenza e nell’intensità, logora il sistema nervoso. Limita, terrorizza, spesso rende la vigilia di qualcosa di importante o di vagamente impegnativo un autentico tormento. Si ha eternamente paura di non farcela, nonostante la mente sprizzi energia ed entusiasmo. E richiede soldi, tanti, perché l’unico approccio possibile è multidisciplinare. Per stare bene ci vorrebbe un fisioterapista, un abbonamento in un centro pilates, uno psicologo, un reumatologo, un neurologo. E poi vagonate di integratori con cui affrontare carenze e squilibri “chimici” di ogni tipo. Mi auguro sempre che prima o poi giunga almeno un’esenzione dalle continue spese mediche