Mauro Buschini si dimette da Presidente del consiglio regionale

Da alessioporcu.it

Nicola Zingaretti aveva chiesto un segnale forte. Mauro Buschini ha deciso che a darlo dovesse essere lui stesso: già questa mattina. Ha annunciato le sue dimissioni da presidente del Consiglio Regionale del Lazio.

Lo fa per mettere fine alle polemiche sulle assunzioni fatte in Regione nei giorni scorsi: decise non da lui ma dall’organismo nel quale sono rappresentati tutti i Partiti, effettuate senza violare la legge. Ma giudicate inopportune: perché tra quegli assunti ci sono troppe persone riconducibili alla politica come assistenti, segretari, coordinatori. E due di quei 16 nomi sono persone della sua componente Dem. Mauro Buschini ha deciso di pagare per tutti: per quelli delle altre componenti, per quelli degli altri Partiti, per tutti quelli che fino ad oggi hanno usato quella norma per fare le assunzioni.

Il confronto con Zingaretti

Mauro Buschini e Nicola Zingaretti
La decisione è maturata nella serata di ieri. Buschini ha deciso che era la cosa giusta da fare per tutelare l’ente. E l’ha comunicato a Nicola Zingaretti nel corso di un lungo confronto.

Il Governatore ha capito. E apprezzato. A lui Buschini ha ribadito la linearità di quanto accaduto. In pratica: per fare le assunzioni, un ente può attingere dalla graduatoria fatta per un concorso analogo in uno dei paesi vicini; chi conosce il meccanismo partecipa a quel concorso senza sperare necessariamente di vincerlo: basta entrare in graduatoria e sperare che prima o poi nel Comune vicino debbano assumere ed attingere così proprio da quell’elenco.

Così è accaduto per le 16 assunzioni a tempo indeterminato fatte di recente in Regione. L’ente ha attinto dalla graduatoria aperta nel vicino Comune di Allumiere. Nella quale c’erano ragazzi precari che da anni lavorano per la politica: del Pd, del M5S, della Lega. Sanno come funziona, hanno partecipato, hanno atteso. E la chiamata è arrivata.

Legale. Ma inopportuno. Mauro Buschini ha condiviso l’opinione del suo presidente. Ha voluto fosse chiaro che la sua colpa è stata quella di condividere una scelta comune, non di avere fatto la scelta. Ed averla condivisa dopo essersi accertato che non ci fossero illegalità.

Ha deciso che a pagare dovesse essere lui solo. Perché, anche se nell’organismo che ha deciso di attingere a quella graduatoria ci sono tutti, è il Presidente dell’Ufficio di Presidenza a rappresentarlo.

La commissione permanente

Mauro Buschini
Le dimissioni le ha annunciate questa mattina nel corso di una riunione d’urgenza dei capigruppo, convocati ieri sere alle 20.30. Cosa inusuale. Che lasciava intuire cosa sarebbe accaduto.

Ai Consiglieri, Mauro Buschini ha voluto che fosse chiara a tutti e fino in fondo l’assenza di qualsiasi dubbio sulla legalità del procedimento. Ha confermato quanto aveva annunciato lui stesso nella scorsa seduta d’Aula: una legge con cui istituire nel Lazio una commissione regionale permanente sulla Trasparenza.

Ai Capigruppo, Buschini ha detto che si dimetterà da Presidente. Oggi stesso. Ma appena tornato tra i banchi come semplice consigliere regionale, proporrà il disegno di legge sulla Commissione Trasparenza, come primo firmatario.

La lettera ai Consiglieri
Con una lettera inviata a tutti i Consiglieri regionali del Lazio, Mauro Buschini ha ripercorso le tappe della vicenda. Ed annunciato la sua proposta di una Commissione guidata da un esponente dell’opposizione affinché si faccia piena chiarezza.

La lettera di dimissioni
Poi ha detto addio alla sua attuale carica. «Ritengo, a garanzia di totale imparzialità e trasparenza, che a decretare questa commissione ci sia un altro Presidente».

«Non vivo questa scelta come una resa, né come un’azione dettata da impulsività, sotto la pressione delle polemiche di questi giorni. È un atto di amore verso questa istituzione, per aiutare a fare chiarezza e garantire prestigio al nostro Consiglio ed al nostro lavoro».

Paga il presidente. Per tutti.

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