A proposito di dimissioni

Articolo di Rocco Patriarca, Segretario PD del Circolo di Fontana Liri.

Gli accadimenti dell’ultimo periodo hanno profondamente ridisegnato le dinamiche e gli equilibri del nostro partito. Qualche settimana fa siamo infatti rimasti sorpresi dalle dimissioni di Nicola Zingaretti. Questa vicenda si è rivelata particolarmente spiazzante in quanto non è stato possibile rilevare con chiarezza le effettive motivazioni di un gesto così eclatante, soprattutto alla luce delle forti dichiarazioni rese dell’ex Segretario DEM.
Quando ormai le questioni politiche di livello nazionale sembravano aver trovato soluzione, ecco che un altro importante evento ha finito per sconvolgere la configurazione politica del nostro territorio. Infatti il sette aprile scorso il Presidente del Consiglio Regionale del Lazio Mauro Buschini ha rassegnato le proprie dimissioni dall’incarico assunto due anni prima. La situazione creatasi è sicuramente meritevole di attenzione e da praticante politico di lunga militanza, nonché segretario PD del circolo di Fontana Liri, ritengo doveroso esprimere le mie considerazioni su quanto accaduto. In particolar modo tali riflessioni cercheranno di andare oltre le argomentazioni fornite dallo stesso Presidente Buschini circa le ragioni della sua decisione, poiché di fatto le stesse sono note a tutti e presenti nei diversi comunicati ufficiali; ritengo invece che lo scenario venutosi a determinare abbisogni di approfondimenti ulteriori.
In tal senso l’input fornito dalla denuncia degli esponenti di Fratelli d’Italia riguardo le modalità di recruiting utilizzate nel concorso di Allumiere, poteva rappresentare uno spunto di riflessione utile a comprendere le reali motivazioni che hanno portato all’inclusione in graduatoria di soggetti rientranti nell’orbita del Partito Democratico, non solo il pretesto per suscitare tutto quel clamore che ha avuto come conseguenza primaria la brutale richiesta di dimissioni del presidente del Consiglio Regionale. In effetti ci stiamo riferendo ad un procedimento che fino a prova contraria aderisce alla normativa vigente. Inoltre non è possibile mettere in discussione l’operato di un unico esponente quando di fatto trattiamo di provvedimenti che rappresentano il risultato di decisioni collegiali. Per questo è necessario chiedersi se una decisione di questo tipo non sia invece il frutto di manovre politiche ai più sconosciute. Ma soprattutto bisogna interrogarsi sulle conseguenze che le stesse possono provocare sugli equilibri di partito; mettere in disparte un esponente come il Presidente Buschini potrebbe rappresentare una manovra deleteria, in quanto porterebbe alla riaffermazione dello strapotere di Roma e favorirebbe il riacutizzarsi di tensioni interne che sembravano ormai sopite.
Spero che la Commissione di accertamento nominata per vigilare e pronunciarsi su questa spiacevole parentesi politica sia messa nelle condizioni di fare effettiva chiarezza sull’accaduto.
E’ necessario garantire la massima trasparenza sia agli esponenti interni, sia al nostro elettorato.

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