BUON 25 APRILE

25 Aprile 1945- 25 Aprile 2021, 76° Anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascimo

Buon 25 Aprile, Buona Festa della Liberazione.

In questa giornata dall’anno 1946 si ricorda la liberazione d’Italia dal governo fascista e dall’occupazione nazista del paese.
Onore a tutti i partigiani che hanno dato la vita per la Liberta e la Democrazia.
Non dobbiamo dimenticarli mai e soprattutto non dobbiamo farli dimenticare alle generazioni future.

FONTANA LIRI MEDAGLIA D’ARGENTO AL MERITO CIVILE
Nel 2005 Fontana Liri fu insignita di Medaglia d’Argento al Merito Civile:“Piccolo Comune di poche migliaia di abitanti, occupato dall’esercito tedesco per la presenza di una fabbrica di polveri da sparo, subì rastrellamenti e violenze da parte delle truppe naziste e continui bombardamenti alleati che causavano la morte di numerosi concittadini e la quasi totale distruzione dell’abitato. La popolazione, costretta a trovare rifugi occasionali nella campagna vicina, con eroica determinazione costituiva un nucleo partigiano e offriva un’ammirevole prova di generoso spirito di solidarietà accogliendo i militari fuggiti dai campi di concentramento. Fontana Liri (FR), 1943-1945”.

IL REGIO POLVERIFICIO E LA RESISTENZA
Fontana Liri – Il Regio Polverificio e i fontanesi alle armi, dopo l’armistizio e nella Resistenza*

Il Regio Polverificio ebbe grande rilevanza durante la seconda Guerra mondiale. Il 9 settembre 1943, a seguito dell’armistizio, fu occupato dai tedeschi che smantellarono gli impianti inviandoli al Nord Italia. L’occupazione si trasformò in saccheggio. Ingenti quantità di materiali vennero prelevate per l’alloggiamento delle truppe e lavori di fortificazione al fronte di Cassino. Il personale civile, anche per la propaganda del Comitato permanente antifascista costituitosi in paese, guidato da Arturo D’Innocenzo, non si presentò più in fabbrica; anche il personale militare si eclissò. Prima di rifugiarsi in contrada Cuzzitti in casa di Guglielmo Capuano, il Direttore Col. Vincenzo Di Ferrante riuscì a mettere in salvo il platino del R. Polverificio. Per tale fatto fu successivamente encomiato. Il Vice-direttore Ten. Col. Gennino Bartoletti si rifugiò alle Grotte in casa di Pio Carfagna. Vari militari, passati in clandestinità, e civili, operarono nell’Organizza- zione Bertone, come banda esterna del Fronte Militare Clandestino di Roma. Nacque un Centro Tappa partigiani ad opera del Ten. Col. S.Te.A. Vincenzo Martinelli e del Rag. Vincenzo D’Emilia del R. Polverificio (che faceva parte anche del Comitato di assistenza costituito dalla banda partigiana) con compiti di assistenza a militari alla macchia, occultamento di prigionieri di guerra fuggiti dai campi di prigionia, bonifica e sminamento manufatti. Il Ten. Col. Vincenzo Ilardi aderì all’organizzazione clandestina antisabotaggio del Gen. Cortellessa. Il Ten. Col. Camillo Caprio, operò nella banda partigiana di Fiuggi-Trivigliano, per cui venne decorato di Croce di Guerra al V.M. Il 4 gennaio ’44 in località Forcella, militari tedeschi del presidio di Arpino fucilarono presso l’abitazione ove erano rifugiati, il Ten. Luigi Di Vicino e il vice-ragioniere di artiglieria Felice Sanità, entrambi del R. Polverificio, l’artigliere Pasquale Barretta, distaccatovi per i servizi armati, e Michele Bonavolontà, fratello della levatrice Lucia. Le vittime (i Tedeschi avevano proibito il seppellimento) restarono a terra e vennero inumate dopo quattro giorni per intervento di don Vincenzo Bat-tista, e sono ricordate in una lapide apposta nel Polverificio un anno dopo l’eccidio, voluta dal Col. Di Ferrante. La strage è rimasta impunita. Nel giugno ’44, il Ten. Col. Martinelli inviò allo Stato Maggiore R. Esercito una relazione sull’ eccidio (agli atti dell’AUSSME). Fontana Liri ed il Polverificio subirono numerosi bombardamenti e mitragliamenti Alleati, che causarono vittime e rovine. Molto violento quello del 20 marzo ’44, in cui il Polverificio fu accuratamente bombardato (così riportano i diari storici) da aerei inglesi. Dopo il passaggio del fronte, a luglio ’44 un piccolo numero di tecnici ed operai volontari – invitato dal Col. Di Ferrante a lavorare anche senza la certezza del salario pur di far rinascere il Polverificio – rientrò nel sito per rimuovere le macerie e attuare la bonifica, coordinata da Di Ferrante, delle mine e trappole esplosive lasciate dai tedeschi in ritirata. Si recuperarono attrezzature e qualche impianto e ripresero alcu-ne lavorazioni esplosivistiche. Molti furono i cittadini di Fontana Liri che, trovatisi alle armi l’8 settembre 1943 sui vari fronti e sul territorio nazionale, aderirono alla Resistenza; alcuni persero la vita in combattimento o fucilati dai tedeschi.
Il carabiniere Pasquale Bianchi, nelle formazioni di “Giustizia e Libertà” (col soprannome di Caramba) combatte nelle Langhe e in Val Roja. In Montenegro fanno parte della Divisione partigiana “Garibaldi” Antonio D’Emilia e Antonio Pistilli, caduto in combattimento contro i tedeschi il 3 dicembre ’43. In Albania Antonio D’Emilia combatte nel Batta- glione “Gramsci”. Il carabiniere Emilio Bianchi, dopo giorni di combattimento, è fucilato a Cefalonia. Il S.ten. della G.a.F. Umberto Fabroni è ferito nella zona di Susa. Il Capitano dei Carabinieri Eugenio Piccardo, in servizio al S.I.M., rimane fedele al governo del Re e da Berna svolge attività informativa contro i tedeschi. Scompaiono durante i combattimenti: a Corfù il fante Evangelista Valletta; a Rodi il cannoniere della R. Marina Antonio Gaudenzio A. Corona, la c.n. Pasquale Venditti e il fante Vincenzo Giannetti. Catturato a Creta, durante la prigionia scompare il fante Cesare Palleschi. L’autiere Patriarca Giuseppe muore in campo di concentramento a settembre ‘44; stessa sorte a gennaio ‘45 per il Col. Umberto Fabroni, e per Luigi Pantanella, della banda partigiana, catturato durante un sabotaggio a Fontana Liri, dove all’armistizio era tornato dal D.M. di Teramo. Anch’egli tornato in paese all’armistizio, viene barbaramente ucciso dai tedeschi con un colpo di fucile Ezio Proia, già del 13° Rgt. artiglieria della Divisione “Granatieri di Sardegna”. Muore a gennaio ‘44, nel naufragio della nave Oria che trasportava alcune migliaia di prigionieri di guerra dei tedeschi, il fante Bettino Capuano. Moltissimi fontanesi alle armi si sbandarono e con viaggi avventurosi riuscirono a tornare in paese, come Giovanni Bianchi, Arturo Proia, Enzo G. Venditti, il S.ten. Generoso Pistilli, Carlo Gabriele. Altri per vari motivi si trovarono già in paese, come il S.ten. Pio Giannetti, Tullio Bianchi, Rea Elio Loreto ed altri ancora. Alcuni di essi aderirono alla banda partigiana. Tanti furono anche quelli che vennero catturati e patirono la durezza della prigionia, come il Cap. Americo Sbardella, il c.m. Cesare Battista, il serg. magg. Errico Battista, il fante Armando Gabriele, il brig. Umberto Di Rienzo ed altri. E tanti furono anche i fontanesi alle armi nel Corpo Italiano di Liberazione e nelle altre Forze Armate del cosiddetto Regno del Sud. Tra essi Cesare Lepore, Luigi Pistilli della R. Aeronautica, Davide Zuffranieri, Bianchi Loreto, Giovanni Battista, Amilcare Andreoni, Cesare Sacchetti, Gino Orsini, Bianchi Loreto (già della banda partigiana), Maurizio Proia della R. Marina, ed altri.

(*) nota tratta da “Fontana Liri 1940-1945 Appunti per una storia” di Carlo Venditti – 2016 Marvia ed.

25 aprile

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