Poesia

Una poesia di Sergio Proia.
Tempo di vendemmia

Affacciato ad una finestra ai Carloni,
vedo una pergola d’uva e quattro filari.
Ci sta la bianca, rossa, la nera,
la fragola, la maturana, la barbera.
Si vendemmia.
L’uva dai filari carichi casca dentro ai cesti,
alle cestrelle, ai canestri ed ai panari.
A spalla si porta a terra alla cantina
e si svuota dentro alla macina.
Oggi quella vigna è scomparsa,
e pure le cose della vita
se ne vanno piano piano
e diventano sempre più lontane.
Sto dietro alla siepe di more
e mi piange il cuore,
se ritorno ai tempi passati.
Mi rigiro e ritrovo tutti in fila
il nocciolo, il gelso, la quercia ed il melograno.

Tièmp d’ ulègna

Affacciàt’ a nà f’nestra a glì Carlùn
ved’ na prèula d’uva i quatt f’lùn.
C’ sta la bianca, la ròscia, la nera,
la fràula, la maturàna, la barbèra.
S’ ulègna.
L’uva da gl’ f’lùn chìn zòmpa dent’a gli quàr,
a gli cìstr, a gli canìstri a gli panàr.
Ncuògli’e s’ pòrta a terra alla cantìna
i s’ sgòmbra dent’ lla macìna.
Ogg’ chella vigna è sparìta
i pur’ l’ cos’della vìta
s’ n’ vann’ chiàn chiàn
i d’vent’n sèmp’ chiù luntàn’.
Stò arrèt’ a la fràtta d’ mòr’e
i m’ chiàgn’e gliù còr’e
r’p’nsènn’ a gli tièmp passàt.
M’ r’gìr’ i r’tròv affilàt’
la nòcchia, gl’ingièus’, la cèrqua i gliù murcanàt.
Sergio Proia

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