E’ morta Monica Vitti

A cura di Sergio Proia. 
È morta Monica Vitti, talento smisurato del cinema italiano. Aveva compiuto 90 anni a novembre, da anni si era ritirata dalla vita pubblica per la malattia che l’aveva colpita. Ha lavorato con i più grandi: musa di Michelangelo Antonioni, compagna di avventure di Alberto Sordi ma anche autrice e regista. La notizia è stata data dal marito Roberto Russo attraverso Walter Veltroni che su Twitter ha scritto: “Roberto Russo, il suo compagno di tutti questi anni, mi chiede di comunicare che Monica Vitti non c’è più. Lo faccio con dolore, affetto, rimpianto”.La grandezza di Monica Vitti si misura sulla distanza tra due battute cinematografiche: “Mi fanno male i capelli” e “Ma ‘ndo hawaii se la banana non ce l’hai”. Lei è stata capace – unica nella sua generazione – a coprire tutta la gamma di espressioni del cinema italiano. La donna borghese, nevrotica, dolente dell’incomunicabilità di Michelangelo Antonioni. La popolana, sguaiata, di un’allegria contagiosa, con Alberto Sordi. Punto di riferimento imprescindibile per tutte le attrici venute dopo di lei, Monica Vitti è stata tutto: profonda, enigmatica, sensuale, spiritosa. Intellettuale, popolare, malinconica, intelligente. Bellissima.Negli ultimi anni, a causa di una malattia degenerativa, non è più apparsa in pubblico ma la sua eredità è rimasta fortissima nel mondo del cinema che, in occasione di anniversari e compleanni, non ha mancato di tributarle affetto con mostre fotografiche e rassegne dei suoi più di cinquanta film. Una carriera straordinaria e molti riconoscimenti: 5 David di Donatello come migliore attrice protagonista (più altri quattro riconoscimenti speciali), 3 Nastri d’Argento, 12 Globi d’oro (di cui due alla carriera) e un Ciak d’oro alla carriera, un Leone d’oro alla carriera a Venezia, un Orso d’argento alla Berlinale, una Cocha de Plata a San Sebastián, una candidatura al premio BAFTA.

Monica Vitti e Marcello Mastroianni
Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) (1970) di Ettore Scola
Monica Vitti detta i ritmi a Giannini e Mastroianni per questo ménage à trois calato nel mondo proletario. La fioraia, il pizzaiolo e l’operaio, tre anime perdute che vivono d’istinti, passano il tempo imitando il melodramma che recepiscono da rotocalchi e televisione. Con l’unica differenza che gli incontri non avvengono in palazzi ma in squallide stsnze e i pic nic hanno luogo lontano dai giardini borghesi, su montagne di spazzatura. Scola prende le misure per i suoi brutti, sporchi e cattivi e si alimenta dell’autoironia vittiana per costruire grottesche scenette di (stra)ordinaria povertà umana.

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